Fidùcia [dal lat. fiducia, der. di fidĕre «fidare, confidare»] - Atteggiamento, verso altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità, e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità.
Anni fa parlando con amici e parenti vedevo diminuire sempre di più la fiducia nella politica italiana, io che mi affacciavo solo in quel periodo alle prime espressioni di partecipazione e voto. I politici non sono più quelli di una volta, chiunque ci governi non farà scelte per aiutare la popolazione, come direbbero nel film come un gatto in tangenziale "è tutto un magna magna". Sono nati movimenti popolari con la presunzione che chiunque potesse essere un bravo politico, se solo fosse stato motivato da buone convinzioni. Non pare cambiato molto, siamo uomini.
Ultimamente si sta perdendo la fiducia nella medicina e più in generale nella scienza. Ogni scienziato e medico che apre bocca dice una verità propria che si discosta anche solo in parte dalla verità dei colleghi. Eppure dovrebbero aver studiato tutti la stessa materia. Ma la medicina non è una scienza esatta, la conoscenza è in continua evoluzione, dottor Google fa sentire che chiunque può avere le giuste chiavi di lettura e allora io paziente sono sicuramente più bravo del medico a curare me stesso. A loro volta medici ed infermieri stanno perdendo la fiducia nel paziente che spesso sembra quasi opporsi alle cure. Tutto aggravato da un sistema che allontana sempre di più il malato dai famigliari, spesso dalle cure stesse, creando la strana sensazione che nulla si stia facendo per il bene della persona curata. Ma il sistema è fatto da uomini e gli uomini non sono perfetti.
I giorni scorsi ho parlato con qualche ragazzo della mia comunità, giovani adulti (si dice così). Vicende personali e comunitarie stanno pian piano rendendo sempre più difficile quello che già è la difficoltà maggiore della fede: sperimentare l'agire della divinità nella quotidianità. "Dopo tutto quello che è successo, che ci ha devastati, non mi basta più sentirmi dire che andrà tutto bene. Quando?". Stiamo perdendo la fiducia nella Chiesa, comunità di persone che cercano di vivere alla presenza di Gesù, e in un Dio che sentono sempre più lontano. Non solo i giovani ma anche i più datati stanno vivendo un periodo di scetticismo, non semplicemente spirituale, ma relazionale tra preti, suore e amici che sembrano sempre più distanti e mossi da logiche umane al posto di amorevole divinità. Ma Dio parla attraverso gli uomini, e tutti gli uomini e donne stanno perdendo fiducia in sé stessi, nelle relazioni, nel mondo.
"Ho fiducia nel futuro". Ho appena verificato, questa si chiama speranza - Sentimento di aspettazione fiduciosa nella realizzazione, presente o futura, di quanto si desidera - ed è un'altra cosa.
Come per tutte le cose belle e faticose ci vuole pochissimo per distruggere la fiducia, un sacco di tempo ed energia per costruirla. C'è bisogno di ri-edificare, coltivare. Non ho regole e soluzioni certe da dispensare, sono in ricostruzione anche io.
Credo si debba cominciare dai rapporti umani, dalla vicinanza e dalla cura reciproca. Nella definizione si dice che la fiducia è un atteggiamento nei confronti di sé stessi e di altre persone. Il politico o più in generale persone che hanno il potere di fare scelte devono prendersi cura delle persone, non viste come greggi animaleschi ma come molteplici singolarità con bisogni e storie personali. Il medico deve curare e prendersi cura del paziente, ogni singolo paziente, e così facendo quest'ultimo deve imparare a lasciarsi curare da chi ha coltivato conoscenze ed esperienze che google non può dare.
E per la fede? Bisogna prima di tutto ricordare che è un dono per ciascuno di noi e che possiamo coltivarla giorno per giorno. Anche in questo caso ci vuole un avvicinamento reciproco, che sia personale e attento, con una sincerità cristallina. Bisogna ricordare a tutti che il regno dei cieli come raccontato da Gesù non è un luogo astratto di felicità futura ma bensì un luogo di felicità quotidiana e questo non passa attraverso mille parole ma piuttosto con il comportamento più simile a quello che Lui stesso ci ha insegnato.
Ecco, forse sintetizzato il mio pensiero: la fiducia si costruisce tornando a concepire l'essere umano non come un mezzo per raggiungere un obiettivo ma l'obiettivo stesso del nostro agire.