Tante volte ho sentito dire che una difficoltà, una cosa fastidiosa o un periodo di crisi possano essere visti come una opportunità di crescita e realizzazione personale. Per lo più mi sembravano discorsi retorici, altre volte invece ho avuto la netta sensazione che fosse un tentativo di indorare una pillola al fine di fregarmi. Poi è arrivata la pandemia come nuovo spunto di riflessione.
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Di fronte ad una crisi si può subire, rimanere fermi, che poi è involvere, appiattirsi, sprofondare e una volta finite le poche forze lasciarsi digerire. Avremmo potuto evitare ristrettezze o mascherine, continuare la vita come sempre, il lavoro di sempre negli ospedali. Anche nella vita quotidiana lasci che la crisi agisca indisturbata e forse non ne esci più.
Si può invece reagire, raccogliere tutte le forze che si hanno a disposizione e combattere. Metti le mascherine, stai a casa, chiudi reparti ospedalieri standard per lasciare spazi alle rianimazioni o posti per infetti da Covid-19, non puoi andare a messa e quindi stai a casa. Nella vita quotidiana subisci un torto? vai dall'avvocato, se ti viene una malattia prendi le medicine, se sei in crisi con la tua fidanzata cerchi di riconquistarla.
Un terzo modo mi sembra ora il più virtuoso: agire. Non solo non subire, neanche la semplice reazione a qualcosa, bensì un ragionamento a più lungo termine per cominciare fin da subito a creare basi nuove per un futuro virtuoso. In questo periodo ho provato a sognare un mondo migliore per domani: ho cercato di riscoprire una vita a dimensione locale e a ritmi meno frenetici, basata su un bisogno di essenzialità e non di bisogni indotti, una vita di fede che da privata in collettività possa diventare comunitaria familiare, ho provato a ragionare su nuove basi collaborative di formazione universitaria, ho visto il mio ospedale provare a dare nuova organizzazione per il futuro, ho immaginato una organizzazione funzionale del mio lavoro.
C'è stato dibattito attorno al ruolo che questa pandemia potrebbe avere per il futuro della nostra società: ci migliorerà? Cì manterrà uguali a noi stessi una volta che sarà finita? Saremo addirittura peggiori? Credo che almeno in parte dipenderà da quale strategia tenderemo ad adottare.