domenica 13 dicembre 2020

Il genio e il contesto

Sono sempre in cerca di nuovi stimoli, per mantenere alto l'entusiasmo nelle cose che mi circondano, per tenere attiva la mia mente ragionando su piccoli e grandi sistemi. Esperienze, nuovi giochi, libri da leggere, film. Ogni scusa è buona per cercare nuovo impulso vitale e cercare di allargare gli orizzonti, rinfrescare e approfondire i valori che cerco di portare avanti nelle mie giornate, spesso con fatica. 

Negli ultimi mesi sono andato alla ricerca di nuovi contenuti: i podcast su Spotify. Ne ho trovato uno che ha proprio fatto al caso mio. Si chiama Fottuti Geni e parla in maniera molto semplice, coinvolgente e amichevole, di grandi innovatori della scienza e della tecnica che hanno avuto la capacità e la fortuna di cambiare completamente il nostro modo di pensare a proposito di uno specifico campo e per via trasmessa hanno cambiato la nostra cultura per sempre. 

Mi ha fatto sorgere tante riflessioni, tra cui: 

  • avevo studiato molti di questi argomenti a scuola, ma come mai con il metodo scolastico non sembravano così interessanti?
  • cosa posso fare per cambiare un poco il mio ambito di lavoro, i miei interessi, la cultura attorno a me?
  • potrei sviluppare un podcast? E nel caso, parlando di cosa?
  • il mondo non è sempre stato così e domani sarà ancora diverso, spesso faccio fatica a ricordare che non siamo in un perenne presente. 
  • "l'emergere del genio è il risultato positivo dell'incontro tra il contesto e la personalità, non esiste il genio isolato, esistono i geni che lavorano nel contesto giusto al momento giusto" (Massimo Temporelli lo dice in ogni puntata). Come riconoscere o ricreare contesti virtuosi?


A tal proposito durante le ultime due settimane ho avuto la possibilità e la grazia di lavorare in un reparto di degenza covid. Ho lavorato esclusivamente per il bene delle persone che ho assistito, pazienti con malattie diverse da quelli che tratto solitamente. Mi sono inserito in punta di piedi in un gruppo di medici giovani, dalla cultura e specializzazione diversa dalla mia (internisti, gastroenterologi, urologi, nefrologi) e ho potuto cambiare il solito punto di vista, le dinamiche, imparare nuove cose, riscoprire vecchi valori. Ho trovato un ambiente stimolante dove tutti avevano la stessa possibilità di esprimere il proprio pensiero ed il proprio talento, dove davvero i principi leganti erano quelli del "il paziente prima di tutto" e "siamo tutti sulla stessa barca", "nessuno si salva da solo" (dicono quelli bravi!!). Tutto mi ricorda che il mondo e la mia professionalità non sono sempre stati quelli di adesso e anche in futuro saranno diversi. 

E un po' mi spiace tornare al mio solito tran-tran ma, come si dice sempre al termine di un buon ritiro stimolante, la differenza sta nel portare a casa quel che si è imparato, cambiati e più fecondi.