venerdì 25 ottobre 2013

Tutti cominciano da una circoncisione

Ho un sogno ricorrente, tra i mille sogni diversi che mi capitano, o per lo meno uno più ricorrente degli altri. Sono in ospedale e mi chiamano per una operazione. Per un motivo ogni volta diversa faccio fatica ad essere pronto, a volte non c'è il disinfettante, a volte non trovo i calzari, a volte mi succedono delle cose strane durante il percorso. La maggior parte delle volte devo andare a fare pipì. Fatto sta che nel mio sogno non riesco mai a cominciare l'intervento. Il tutto condito da contenuto emotivo negativo.
Ho scoperto che il mio primario, anni e anni di carriera da chirurgo, sogna spesso questa cosa. É il suo sogno ricorrente. Ma non voglio paragonarmi al mio primario.

Ebbene, settimana scorsa ho fatto il mio primo intervento. Una circoncisione. Ero il secondo operatore, e il secondo non fa praticamente niente in una circoncisione. Aiuta il primo operatore tenendo l'organo in posizioni "comode", tampona quando qualcosa sanguina, tiene i vari ferri e taglia i fili di sutura. Non è stato un sogno, l'ho fatto per davvero, e strano ma vero sono arrivato in tempo, avevo i calzari, non mi è successo niente nel tragitto, non mi scappava neanche la pipì. 
Prima di cominciare mi tremavano le gambe e mi prudeva la testa. Appoggiate le mani al lettino e al paziente era tutto sparito. Eravamo il bambino, il chirurgo, il ferrista ed io. Un intervento di routine, facile e in cui non ho fatto granché. Ma ho imparato. Non si può iniziare da un intervento complesso. Ci si arriva.

Una volta ho letto di alcuni alpinisti che dicevano che ognuno deve trovare il suo 8000 metri da scalare, il K2, l'Everest, ma si comincia sempre da una piccola cima e si migliora ogni volta.

Cosa voglio dire (e dirmi)? Il mio più grande sogno si è trasformato in un progetto, con obiettivi intermedi. Il mio 8000 non l'ho ancora trovato, ma so cosa vorrei diventare. Ho cominciato la preparazione studiando e facendo medicazioni, sto imparando piano piano, questa volta ho fatto un intervento nel quale ho quasi fatto lo spettatore. Domani imparerò a fare un intervento più serio. Prima o poi arriverò alla mia vetta. I sogni ricorrenti cercheranno di spaventarmi sempre. Ma conosco gente che ce l'ha fatta e che mi mostra la via.
Tutti cominciano da una circoncisione. 

venerdì 11 ottobre 2013

30 cose

In questi giorni mi è capitato una cosa che reputo molto importante. Viaggiando per facebook mi è saltato all'occhio un articolo tra i tanti che si vedono in bacheca. Tra i soliti video di canzoni, le foto di instagram, commenti alquanto deliranti di persone pessimiste o bestemmiatrici incallite questo link abbastanza elegante prometteva di essere "il miglior articolo ogni giorno", o quanto meno si chiama così il blog di provenienza. 
Gli do una opportunità di rendere onore al suo nome. Anche perchè il tema mi interessa. 


Letteralmente 30 cose da smettere di fare a te stesso. Un ennesimo elenco di consigli, scritto in inglese per di più. Ma l'ho trovato interessante. Il senso ultimo? Essere felice. E io ho molto bisogno di essere felice. Ma vorrei allargare il cerchio perchè anche tantissimi miei amici hanno bisogno di essere felici, anzi tutto il mondo ha bisogno di essere felice.
Sì certo, ma io sono felice di base, cosa me ne faccio di un libretto di istruzioni?
E questa è la bellezza di questa scoperta. Ho re-linkato il testo e piano piano sono venuti fuori tantissimi amici che hanno letto e che sono rimasti colpiti da questo pur semplice elenco. Perché spesso noi, ed io soprattutto, abbiamo bisogno di rinfrescarci la memoria, seguire qualche esempio, fermarci un secondo a pensare e ragionare, facendo un bilancio e ripartendo più carichi di prima. 

Alcune cose verranno fuori fatte bene, altre dovremo ricordarcele spesso. E impareremo ad essere felici. Non in futuro, ma adesso. Ora. 


Come al solito, e forse di più, ho scritto qusto post
emozionandomi e pensando alla mia fidanzata, ai miei familiari, 
al mio migliore amico, le mie due migliori amiche, agli amici dell'oratorio, 
a quelli dell'università, ai bambini che incontro in reparto.

venerdì 4 ottobre 2013

La parola magica

Quasi un anno fa ho scritto un post sullo stesso tema. O quasi. Comincio da due episodi.

Mercoledì sera con i miei ragazzi (più che altro ragazze) di prima superiore abbiamo fatto una attività: disegnare una sorta di profilo della propria testa e appiccicarci dentro un post-it con su scritto una nostra caratteristica che volevamo regalare al gruppo. Sarebbe stato molto facile, per me, scrivere che avrei regalato entusiasmo o sorrisi, purtroppo spesso regalerò sbuffi e stanchezza. Fortunatamente la felicità i sorrisi e l'entusiasmo lo stanno regalando tutti lì dentro. Ad ogni modo ho deciso di scrivere una cosa diversa (anche se non l'ho fisicamente fatto).

Oggi invece al termine di una operazione chirurgica, neanche troppo complicata, il bambino nostro paziente si sveglia molto spaventato dall'anestesia. Sarebbe troppo facile pretendere una accoglienza nel mondo degli svegli tranquilla e pacata. Invece alcuni infermieri logorati dai troppi pianti, dai troppi problemi personali o anche semplicemente dalle troppe ore e troppi anni di lavoro attorniano il lettino del bambino che urla e piange. Urlano a loro volta. Il bambino vorrebbe la mamma e dell'acqua. Viene trattato in modo brusco, con voce alta, parole che sembrano imposizioni e vere e proprie limitazioni fisiche perché si dimenava. Ad un tratto la chirurga con la quale ero si avvicina al lettino, decide di agire, tranquillizza le infermiere, prende in braccio il bambino (neanche troppo piccolo) e comincia a cullarlo, ad accarezzarlo, a tranquillizzarlo parlando con voce bassa. Dopo poco il bambino non sembra più indemoniato, è ancora un po' spaventato. Ma la brutta esperienza sembra in parte passata. 

La parola che volevo scrivere sul post-it? La Cura

Vorrei essere un medico che si prende cura. Anzi, vorrei essere un Uomo che si prende cura. Dico vorrei perché c'è sempre da migliorare, fare del proprio meglio e cercare di dare sempre il meglio. Ed io sto ancora imparando.
Io voglio essere quella dottoressa che va al di la dell'atto chirurgico, voglio essere il fratello di gruppo attento ai bisogni e alle necessità dei più piccoli, voglio essere l'amico che tende la mano, il fidanzato incondizionato, il figlio grato. 


Post  scritto ascoltando Burn - Ellie Goulding

venerdì 27 settembre 2013

Settembre e gli eroi

"si vivesse solo di inizi 

di eccitazioni da prima volta 
quando tutto ti sorprende e 
nulla ti appartiene ancora"

      
Niccolò Fabi - costruire

Settembre porta con sé da sempre la voglia di riiniziare. Più ancora di gennaio. Sarà perché la scuola porta a pensare che l'anno vero comincia verso la fine dell'estate, e si sa che purtroppo studio ancora. Purtroppo o per fortuna visto che esami a parte mi piace studiare e sapere le cose. 
In questi giorni penso spesso alla figura dell'eroe, quello delle storie fantasy che mi piace leggere, quello che dopo mille avventure, ore di addestramento, trucchi di magia e difficoltà riesce ad annientare il mostro di turno, il drago, l'impersonificazione del male e salvare la principessa, diventare famoso e, ancora più importante, diventare felice per sempre. 

Mi piacerebbe essere un eroe. 

Settembre porta con sé la voglia di riiniziare. Così penso al reparto di chirurgia pediatrica che mi vuole tutte le mattine tra le sue grinfie. All'università che mi vuole tutti i pomeriggi. Alla metropolitana, che non mi vuole ma va sfruttata per viaggiare tra queste due figure malvagie. Penso allo studio, che sarebbero le ore di addestramento del nostro eroe. Penso alla fidanzata, che ha già detto che dovrà abituarsi a vedermi di meno, ma dico io a vedersi meglio. Penso alle ore di sonno che vorrei non esistessero ma mi prendono e mi portano via da sveglio. Penso all'oratorio e al nuovo incarico che mi rende pieno di gioia. Penso alla vita, che nonostante tutto va avanti. 

E non fa paura. 

L'eroe che spero di diventare è una figura che costruisco ogni giorno. Ci saranno giorni più difficili, mostri capaci di soffiare fuoco, ombre che creeranno dubbi sulle mie capacità, ferite dure a rimarginarsi. Ma settembre porta con sé la voglia di riiniziare. Come ha scritto jovanotti in una sua canzone il campione non è colui che vince sempre, ma che non è vinto mai. 
Per ora funziona, andiamo avanti.


Post  scritto ascoltando Costruire - Niccolò Fabi
Good love is on the way - John Mayer

mercoledì 10 aprile 2013

Sognando la vita.

Il mio tradizionale post sulla primavera verrà ritardato. Non c'è primavera, non ancora. Non solo quella atmosferica, ma anche nel cuore. Oggi sembra ci sia qualcosa di nuovo nell'aria, così come da qualche giorno c'è un senso di novità nell'animo. Voglia di vita da qualche tempo, ma ancora sottomesso a qualcosa che indispone e non si capisce.

Sento la voglia di creare, mi metto alla chitarra e mi faccio schifo. Vado in ospedale e non trovo un gran senso. Vado in reparto e non mi sento tanto a mio agio. A lezione, quelle poche volte che riesco ad andare, mi sembra di essere superfluo (non super-fluo, purtroppo). Nello studio? Senso di incapacità. Per il pianoforte ho qualche problema tecnico e di capacità residua.
Potrei fare mille esempi, ma per non stressare troppo dico solo: sento la voglia di fare e creare ma c'è qualcosa che non va e mi blocca.

Volevo scrivere di sogni, in realtà, e dunque cercherò di non tradirmi.
Mi è capitato una di queste notti di sognare il mio compleanno. Sarà a breve, e sapete che sono sempre contento per quel giorno. Ebbene sognavo che la mia fidanzata non mi faceva il regalo (cosa che tra l'altro è realmente successa) o forse mi regalava qualcosa che sapeva non mi sarebbe piaciuto. I miei genitori, boh, con la scusa del viaggio a Parigi non mi regalavano niente. Mia sorella, non lo so, ma nel sogno c'era anche lei. Non sono riuscito a sognare i miei amici. La sensazione però non era delle migliori. E mi sono dato una spiegazione: ho la sensazione sia un periodo dove credo di raccogliere poco rispetto a quel che mi merito, o magari non mi merito proprio niente.
Altro sogno, qualche sera prima. Stavo giocando a calcio e come spesso succede continuavo a sbagliare. Tuttavia c'era qualcosa di sorprendente. Lanciavo la palla verso un compagno che correva per segnare e sbagliavo. Non sbagliavo il lancio, ma sbagliavo secondo la mia intenzione. Spiego meglio. Decidevo di calciare in un certo modo, ma colpendo diversamente il pallone la traiettoria non veniva esattamente come avevo pensato io, bensì migliore, per non dire perfetta. Mi sono dato una spiegazione più filosofica che psicologica. Quando faccio un progetto, mi lancio in una impresa, faccio mille errori, e nonostante o addirittura grazie a questo, il risultato potrebbe addirittura meglio dello sperato.

Questa è la speranza di questo momento un po' così.

venerdì 1 febbraio 2013

Aeroplanini

La Disney è semplicemente fantastica, sempre. La PIXAR poi... La prima parte di Wall-e, i primi minuti di up, Alla ricerca di Nemo. La capacità di intrattenere con poesie tradotte in video. Immagini e suoni. Ma soprattutto emozioni.


Mio nonno dice che si devono sempre mettere in giro le trappoline. Dopo questo video mi viene da dire: non smettere mai di lanciare aeroplanini. Se si trova qualcosa per cui valga la pena vivere bisogna lanciare un aeroplanino. Se il primo non funziona se ne lancerà un secondo. Dopo il secondo un terzo, finché la forza dell'amore per quello che si sta cercando schiaccia ogni incertezza, finché non sarà la felicità


venerdì 25 gennaio 2013

Più prezioso del Ferro

Prendere e ascoltare.


Uscita da pochi giorni e subito nella mia bacheca di Fb è stata linkata almeno una decina di volte. Baby K mi piace, non è la prima volta che la sento. Rapper, ragazza. A volte troppo simili alla versione biascicona delLa Pina, queste ragazze rapper. Anche lei non è da meno molte volte. Questa volta, però, tira fuori anche una bella vocina. Ma non è di Baby K che voglio parlare. 
Voglio parlare del Tiziano. Quanto mi piace questo Tiziano. No, non sono una checca isterica e neanche una ragazzina superfan. Mi piace questo Ferro che è produttore, scrittore e interprete della canzone per vari motivi. 
Finalmente qualcosa che si discosti dall'ultimo cantante monotematico e monosentimentale. Sempre stato cantante melodico e romantico, ma ultimamente non se ne può più! Solo canzoni d'amore disperate. Questa canzone invece ha il sapore divertente e sbarazzino di Raffaella canta a casa mia e Come baciano le donne. E questo mi piace. 
Ancora più importante però è la preziosità in questo pezzo. Tre quarti della sua apprezzabilità è data dalla qualità dell'arrangiamento, mille volte migliore di un qualsiasi rapper italiano, e dalla vocalità di Tiziano. Se non ci fosse lui (dietro a tutto questo e a metterci faccia e voce) non credo che questo pezzo spaccerebbe così tanto. Per questa canzone è più il Ferro si trasforma in Oro.

Un'ultima considerazione da persona pesante quale io sono. Avere un cantante affermato che spinge la carriera di un giovane e ne produce i pezzi dona qualità mostruosa al lavoro di giovani talenti. Brutto però prendere un perfetto sconosciuto tirato su dai reality e farne una nuova versione di sé (vedi Francesca Michielin ed Elisa - che tra l'altro adoro entrambe). Ben venga la valorizzazione di artisti già in cammino rispettando le proprie caratteristiche. Si dovrebbe fare più spesso. 

mercoledì 16 gennaio 2013

Battere le mani.

Con i ragazzi, quando siamo in oratorio, soprattutto quando non si fanno cose troppo impegnate e tipicamente seduti a tavola per mangiare, abbiamo l'abitudine di fare dei giochini ritmici. Quello che facciamo più spesso comincia con una persona a caso che lancia un urlo: "Everybody dance now". Detto questo tutti i presenti cominciano a battere le mani ritmicamente, tutti insieme, e chi sbaglia è pirla. Sostanzialmente. 
Oltre a questo ne abbiamo altri tre o quattro che però non vengono fatti spesso, seppur più belli. Come dimenticare il "dito-mano-petto"? O ancora meglio come dimenticare l'ultimo esperimento di Gabriele che a capo d'anno ci ha meravigliati con un esercizio ritmico complicatissimo di coordinazione corporea e respiratoria? (se riesco prima o poi pubblicherò il video)

Ora, visto che mi sono svegliato presto, sono andato a guardarmi qualche video degli Stomp, gruppo famoso all over the world. La prima volta che li ho visti avevo 6-7 anni, al teatro Smeraldo. Uno Spettacolo! 

Quello che più mi piace, è la voglia di sperimentare e di divertirsi con strumenti base primordiali. Viene una irrefrenabile voglia di ballare, pestare i piedi e battere le mani. Creare. Insito nell'uomo fin dai tempi delle prime tribù. Ed è magico. Basta volersi divertire e trovare il bello delle cose semplici. Come un battito di mani.



E ora, sotto a chi tocca, si impara questo nuovo ritmo. :D
Yuppi

giovedì 10 gennaio 2013

WOTE

Chi non si ricorda il video di Somebody that I used to know, unico vero successo di Gotye? No, non intendo il video originale. Sto scrivendo del video di 5 simpaticoni che strimpellano sulla stessa 6 corde cantando alla grande, senza sbagliare una nota. A dire il vero uno non canta, ma sono comunque in 5. 
Ebbene, ecco che vi presento i Walk off the earth (o WOTE, appunto).

Non chiedetemi chi sono, come si chiamano, da dove vengono. Andate su wikipedia e studiate pure. Che è meglio. Farò una carrellata del perché li adoro. Letteralmente. Li adoro.

Oltre a Somebody that I used to Know, che già è segnale della loro intelligenza, si sono concessi il piacere di interpretare altre cover. Già, mi permetto di dire interpretare. Rispetto ad altri cantanti, gruppi o cricche famosissime su YouTube loro interpretano, o quantomeno cambiano le regole giocando sempre al loro gioco. Idee, soprattutto idee, tecnica e talento. Tutto riportato ad uno stile personale con la tendenza all'acustico. Mi smentisco subito segnalandovi una versione two-multiple-men di Man down di Rihanna. Ultima arrivata tra le cover c'è I know yout were trouble di Taylor Swift. Adoro la canzone, quella originale. Mi piace ancora di più questa versione per la bravura degli interpreti e per la scelta vincente di duettare con KRNFX, un fenomeno.

Oltre a cover però hanno una produzione propria. Sarebbe stato un limite per un gruppo come loro. E invece si varia da video e canzoni di alto standard qualitativi che puntano tutto sulla solita creatività e la simpatia, che di certo non manca. Non ci credete? Guardate la nuovissima Gang of Rhythm. Ultima che vi segnalo è una chicca di bellezza. E così vi metto direttamente il video, senza link. Piccolo regalo. Little boxes.