lunedì 24 novembre 2014

Certi week-end

Non tutti i week-end sono dei momenti di relax, non tutti ti permettono di ricaricare le pile per la settimana seguente. Non parlo di week-end senza attività stancanti, non intendo neanche di week-end senza impegni. Parlo del modo in cui si riesce a vivere i due giorni. 
Esistono poi dei fine settimana che da soli bastano per ricaricare il cuore e i pensieri per un periodo addirittura superiore dei 5 giorni lavorativi seguenti. Certi giorni che da soli possono bastare per raddrizzare un intero mese, una stagione, a volte una vita intera. 

Questi ultimi due giorni sono stati due giorni di questo tipo: pieni di cose da fare e di gente con cui stare. Un turbinio di emozioni in continua evoluzione. Ho studiato, mi sono confrontato, mi sono sentito fiducioso per il futuro, poi ho pensato che l'amicizia è una cosa meravigliosa, che la vita è un mistero esagerato, che la preghiera può smuovere le montagne, che l'amore per la mia ragazza è tanta roba, che lavorare per gli altri aiuta più che lavorare per sé stessi, che mi sono laureato e nonostante le paure che ogni volta mi prendono ho scelto un lavoro che mi rende veramente uomo, libero e felice, che i ragazzi più piccoli possono farmi riscoprire le cose belle che avevo nel cuore alla loro età e ora ho solo nascosto un po' più in profondità. 

Cosa ha scaturito tutto questo? Gli incontri.
Questo è l'invito che sento di dover rinnovare a me stesso: ricerca relazioni vere, ama in maniera cristallina, cerca il Senso. 


sabato 21 giugno 2014

Picnic

In questo periodo le cose che mi danno più gioia sono le cose che mi fanno sentire un uomo maturo. E non intendo vecchio, ma un uomo compiuto. 

Riuscire negli esami e avvicinarmi alla tesi, al lavoro. Fare bene in reparto. Aiutare gli amici che chiedono aiuto. Vivere da fidanzato. Fare delle mie idee sul futuro qualcosa di più concreto di semplici chiacchiere. E poi ci sono i ragazzi, per lo più le ragazze (perché sono quasi solo femmine), di gruppo.


Mi piace avere a che fare con queste persone che crescono, mi piace vivere con loro e sentirle vive. In questo periodo poi, con l'inizio delle vacanze e l'esperienza dei campi estivi, ognuno di loro è pieno di entusiasmo, di gioia. Parlano (hanno sempre parlato) tanto ed è spettacolare sentire le loro parole piene di voglia di vivere, diventare grandi e divertirsi. Mi piace quando giocano, quando urlano, quando cantano, quando ballano, quando fanno disperare, quando catastroficamente si siedono su un piatto di riso, quando si graffiano le gambe correndo nei rovi, quando si schizzano giocando nel torrente. 
Nell'ultimo anno sono cresciuto molto, e loro sono cresciuti più ancora di me proprio sotto i miei occhi. Ilaria, riflettendo, ha detto che la loro presenza oggi al picnic è il segno del lavoro svolto durante l'anno, ma io penso che più che lavoro di noi educatori è merito del lavoro del gruppo, di ogni singola persona.

Cosa c'entra questo con il fatto di sentirsi uomo compiuto? Giorno dopo giorno mi accorgo che non mi sento un amico loro, ma quasi un padre. 

lunedì 26 maggio 2014

Vento in poppa

Riassumo brevemente la mia vita negli ultimi mesi. 
Mesi invernali di grande difficoltà nello studio, esami con esiti che in università normali vengono considerati medi e nella mia scarsi. Chiedo in reparto di poter avere più tempo per studiare, mi dicono di stare a casa (suggerendo di farmi grandi domande su cosa fare della vita). Incasso e studio. Faccio gli ultimi esami disponibili negli appelli invernali e le cose vanno bene, ma non ottimamente. Amen, mi serviva darli. Ultima lezione ufficiale all'università da qui alla laurea. Grande festa finale con i compagni di corso. Studio. Giorno 14 aprile primo esame della nuova sessione poi Pasqua con la famiglia. In brevissimo tempo: gioia, paura, studio, negazione, esame; gioia, studio, incontro con il primario, magnifica festa per i diciotto anni di mia sorella, tensione, esame; gioia, studio, paura, esame; felicità, studio, stanchezza, evitamento, nausea, esame; gioia. Poi grigliata di fine anno con tutti gli studenti di medicina vestiti da pirata. Elezioni con lavoro ai seggi. Ed eccomi qui. 

Sarà il tipo di esami che ho fatto nell'ultimo periodo, sarà che ho ricevuto complimenti da diversi professori, che sento vivo l'affetto dei miei parenti e amici, che sto imparando a godermi le cose anche nei momenti difficili. Saranno gli anni che passano e i sorrisi che spuntano su chi ho affianco. Forse che al seggio ero il vicepresidente e per pura formalità o per fiducia in me ero continuamente ricercato per ragionamenti ed azioni di responsabilità. Forse semplicemente perché vedo la fine di un percorso per cominciare poi a navigare in acque ancora più alte ma in questo periodo mi sento il vento in poppa. Sono contento. Spaventato per quel che sarà ma contento come non sono mai stato in periodi tutto sommato complicati.

Mi viene in mente solo una parola, accompagnata da una risata di gusto: Grazie!


martedì 11 marzo 2014

Ognuno ami!

Ok, l'hanno visto tutti.
Ok, lo stanno postando tutti su Facebook.
Ok, ne parlano anche sulle pagine internet delle più grandi testate giornalistiche italiane.
Ok, ne voglio (per una volta*) parlare anche io. 


Parto dal presupposto che due persone si vedono per la prima volta, forse si piacciono, forse no. Non so come queste coppie siano state scelte, non so come gli è stato presentato il progetto. Parto quindi da come viene spacciato: due persone si vedono per la prima volta. E si baciano.

I corpi parlano: sguardo verso il basso alcuni, mani nervose, alcuni si presentano, due si guardano negli occhi. Che bei occhi che hai. Grazie. C'è tensione, e si vede. C'è la paura di mostrarsi. Poi una prende l'iniziativa, si avvicina. Lui le prende le mani ad altezza dei fianchi. Lei gli prende il volto tra le mani, morbida. Il fiato sulle guance. Le labbra si sfiorano. Scatta qualcosa e ci si lascia andare. Ci si libera dalle paure e ci si lascia conoscere. Per alcuni è un bacio umido trasportato. Per altri un incontro fugace che mostra tutta la propria pudicizia. Poi ci si riallontana. Questo era uno buono, scusate. Sospiri. Ci si guarda. Occhi contenti, occhi spaesati da qualcosa di bello che è stato. Risatine, imbarazzate, ma diverse da prima, complici e più calde. Felice di averti incontrato. Possiamo averne uno in più?

Non voglio parlare di esperimento sociale, non voglio accettare critiche del tipo "che senso ha baciare uno appena visto per la prima volta". Voglio parlare di quei corpi, di quella magica tensione, di quegli sguardi e di quel senso di immenso che va al di là delle proprie paure. Purtroppo mi viene in mente una frase da baci perugina, ma è ciò che mi piace di questo video. 

Ognuno a suo modo, ami. 

lunedì 3 marzo 2014

Con un verso

Ho sempre apprezzato il design del marchio Apple. La bellezza ricercata nei prodotti, nella grafica, ma ancora di più nella pubblicità. Sempre elegante, semplice, intuitiva e dalle immagini folgoranti. 
Su questa tendenza continuo a ripetermi che l'ultima pubblicità per iPad air è molto bella. 


Quello che più mi piace è quello che è stata capace di fare: emozionarmi prima di tutto ma poi di farmi scoprire una poesia, che sono andato a leggermi per bene, che ho imparato ad apprezzare.

Oh me, oh vita !
Domande come queste mi perseguitano,
infiniti cortei d’infedeli,
città gremite di stolti,
che vi è di nuovo in tutto questo,
oh me, oh vita !

Risposta

Che tu sei qui,
che la vita esiste e l’identità,
Che il potente spettacolo continui,
e che tu puoi contribuire con un verso.
-Walt Whitman

Spesso mi chiedo cosa io possa fare, con la mia vita: bravo studente con voti mediocri, bravo cantante e musicista senza capacità fruttifera, bravo amico/figlio/fidanzato con la grande capacità di pensare a me stesso, bravo educatore di comportamenti sconvenienti, bravo medico in formazione senza competenze. Chi posso aiutare, cosa posso raggiungere, quale miglioramento posso rendere al mondo?

Io posso contribuire con un verso.

Non una intera poesia, ma un semplice verso, un mio verso. E così il mio verso è una nuova nozione imparata per il mio orgoglio personale, una emozione provata da chi mi ha ascoltato cantare o suonare anche senza pretendere di essere in tutte le radio, un gesto carino per amici e parenti, quella volta che la fidanzata piange di gioia, il piccolo sorriso di una ragazzina in oratorio, la cura dei singoli pazienti che vedo in ospedale. Quello significa un verso: nel mio piccolo accendere una luce e far si che non si spenga. Per le grandi poesie si tratterà di mettere insieme versi di persone diverse. 

Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.

- Mt 5,13-16

mercoledì 12 febbraio 2014

Coccole

Tanto tempo, troppo, dall'ultima volta che ho scritto. Non tanto perché non c'è stato niente di cui gioire, ma perché sono cambiate un po' di cose, non tutte in meglio, ci sono state delle difficoltà. Sembra di vedere uno spiraglio? Speriamo. 

È chiaro che io sono una persona pigra, uso tante energie per nutrire il mio essere bambino, e amo le coccole.
Dimostrazioni di affetto che sfiorano e creano i presupposti per lo stare bene, lo stare tranquilli. Le coccole sono strani meccanismi fisici che rafforzano sensazioni emotive, rafforzano rapporti sociali e aumentano la propria stabilità, fanno sentire accudito e sicuro. A volte sembrano invadenti, in quei momenti dove sembra di potersele meritare, altre volte sono essenziali perché ci si sente piccoli, troppo piccoli e indifesi. Quasi sempre sono gradite.

Le coccole che si riconoscono e apprezzano sono di tanti tipi diversi, così mi trovo a pensare a mia sorella, che quando sei malato va al negozio Disney e vorrebbe comprarmi tutto; la mamma (eggià) che mi compera le fialette ricostituenti e giocando a clash of clans aspetta me per condurre le truppe all'attacco; papà che prepara la cena tutte le sere, che spera di poter vedere un bel filmetto in tv e consiglia spettacoli e mostre da vedere a Milano; la fidanzata che oltre alle coccole fisiche perde il suo tempo per stare con me, anche nei momenti dove mi sento più in ansia e in difficoltà e mi fa ridere. Penso ad un amico che non smette dai di fare sentire il suo appoggio e subisce i miei sensi di fallimento cercando di farmi avere una visione più veritiera e distaccata; un altro che con il semplice modo di chiedere come sto compie una coccola sempre sincera e sempre nuova; le mie amiche delle mille avventure che postano le cose belle della giornata, che mi sorridono, che si emozionano quando faccio notare loro quanto siano importanti per me. Poi il caffè di metà pomeriggio in università, il prestarsi gli appunti, aiutarsi nel sentirsi meno schifezze in un mondo che cerca di farci sentire tali, le coperte calde, la gatta che mi lecca la faccia, le ragazze del mio gruppo che ci dimostrano ogni volta quanto ci vogliono bene. 

Ce ne sarebbero milioni, diverse coccole, tutte belle uguali.
Ringrazio, ne sono grato. Ricambio.