In questo periodo le cose che mi danno più gioia sono le cose che mi fanno sentire un uomo maturo. E non intendo vecchio, ma un uomo compiuto.
Riuscire negli esami e avvicinarmi alla tesi, al lavoro. Fare bene in reparto. Aiutare gli amici che chiedono aiuto. Vivere da fidanzato. Fare delle mie idee sul futuro qualcosa di più concreto di semplici chiacchiere. E poi ci sono i ragazzi, per lo più le ragazze (perché sono quasi solo femmine), di gruppo.
Mi piace avere a che fare con queste persone che crescono, mi piace vivere con loro e sentirle vive. In questo periodo poi, con l'inizio delle vacanze e l'esperienza dei campi estivi, ognuno di loro è pieno di entusiasmo, di gioia. Parlano (hanno sempre parlato) tanto ed è spettacolare sentire le loro parole piene di voglia di vivere, diventare grandi e divertirsi. Mi piace quando giocano, quando urlano, quando cantano, quando ballano, quando fanno disperare, quando catastroficamente si siedono su un piatto di riso, quando si graffiano le gambe correndo nei rovi, quando si schizzano giocando nel torrente.
Nell'ultimo anno sono cresciuto molto, e loro sono cresciuti più ancora di me proprio sotto i miei occhi. Ilaria, riflettendo, ha detto che la loro presenza oggi al picnic è il segno del lavoro svolto durante l'anno, ma io penso che più che lavoro di noi educatori è merito del lavoro del gruppo, di ogni singola persona.
Cosa c'entra questo con il fatto di sentirsi uomo compiuto? Giorno dopo giorno mi accorgo che non mi sento un amico loro, ma quasi un padre.
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